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Epoca moderna Print

le miniere in epoca moderna e contemporanea

 

 

Fin dalla metà del '700 si era diffuso in Toscana un rinnovato interesse per l'industria mineraria, interesse stimolato dagli studiosi, naturalistici, e viaggiatori (come il Targioni - Tozzetti, il Salvi, il Santi ed altri) che durante le loro escursioni attraverso il Granducato, avevano osservato e descritto i resti delle antiche lavorazioni minerarie indicando la possibilità per una loro proficua ripresa. Per quanto riguarda il mercurio amiatino l'elemento determinante per una ripresa della sua escavazione e lavorazione è testimoniato, verso il 1830, dal raddoppio del prezzo di vendita (da 3 a 6 lire la libbra franco porto di Livorno). Il porto di Livorno sarà sempre il punto di riferimento commerciale per il mercurio dell'Amiata.

I causale ritrovamento, nel 1841, da parte di Domenico Conti (detto Mecone) di alcuni pezzi di cinabro, quasi puro, lungo il fosso del Siele capitò nel momento più opportuno.

 

  • Mecone vende il cinabro al farmacista di Pitigliano.

  • Dopo i tentativi senza successo dei fratelli Modigliani (Angelo e Salomone) e di Cesare Sadun, circa venti anni dopo i Rosselli Nathan scoprono la ricca miniera del Siele e si scatena una vera e propria "corsa al mercurio".

Numerosi lavori di ricerca vennero intrapresi in un'area che inizialmente era compresa entro i confini della Contea di Santa Fiora. Facevano parte della contea le comunità di Santa Fiora, Castell'Azzara, Selvena, Cellena.

 

Fino al 1800 Santa Fiora fu il centro amministrativo delle miniere e delle ricerche del mercurio.

 

Nell'arco di 50 anni, a partire dal 1860, il Monte Amiata raggiunge il posto nella produzione mondiale di mercurio.