le miniere in epoca moderna e contemporanea
Fin dalla metà del '700 si era diffuso in Toscana un rinnovato interesse per l'industria mineraria, interesse stimolato dagli studiosi, naturalistici, e viaggiatori (come il Targioni - Tozzetti, il Salvi, il Santi ed altri) che durante le loro escursioni attraverso il Granducato, avevano osservato e descritto i resti delle antiche lavorazioni minerarie indicando la possibilità per una loro proficua ripresa. Per quanto riguarda il mercurio amiatino l'elemento determinante per una ripresa della sua escavazione e lavorazione è testimoniato, verso il 1830, dal raddoppio del prezzo di vendita (da 3 a 6 lire la libbra franco porto di Livorno). Il porto di Livorno sarà sempre il punto di riferimento commerciale per il mercurio dell'Amiata.
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le miniere nel medioevo
Gli Aldobrandeschi
Questa fese storica è poco documentata. E' certo comunque che gli Aldobrandeschi scavarono il cinabro per ottenere mercurio. Lo si desume dall'atto di divisione della Contea (1274) con il quale si lascia indivisa la proprietà delle "argenti fodinium" ovvero delle miniere di "argento vivo" (mercurio) di Selvena. Gli scavi erano localizzati nei dintorni della Rocca Silvana, cioè nell'ambito della della futura miniera del Morone.
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le miniere nell'antichità
L'escavazione del cinabro nel Monte Amiata risale a tempi antichissimi. Tracce di antiche escavazioni sono state riscontrate in diverse miniere: Siele, Solforate, Morone, Cornacchino, Cortevecchia. Stando ai reperti litici trovati (mazze, picconi, asce e zappette in corno di cervo), la datazione di questi lavori viene fatta risalire al neolitico (cultura di Rinaldone,III° millenio a.C.).In alcune tombe di necropoli rinanoldiane sono stati recuperati resti ossei con tracce di cinabro. Si deve tener conto che tali attrezzi furono impiegati per molti secoli.
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