- Ca5[Si9O23].9(H2O) -
CLASSE MINERALOGICA: Silicato GRUPPO: Trimetrico SISTEMA: Triclino GRUPPO SPAZIALE: P1 GEMINAZIONE: {010} ABITO: Aciculare (fibroso, capillare) radiale, presenta spesso cristallizzazioni dette fiocchi di cotone; a volte si rinviene massiva. DUREZZA: 4,5 - 5 PESO SPECIFICO: 2,33 INDICE DI RIFRAZIONE: α=(1.512-1.532) β=(1.514-1.535) γ=(1.515-1.542) δ=(0.003-0.010) COLORE: Incolore, bianco, giallastro, bluastro LUCENTEZZA: Vitreo, Perlaceo TRASPARENZA: Trasparente, traslucido SFALDATURA: {001} buona STRISCIO: Bianco FRATTURA: Sub-concoide PLEOCROISMO: Assente GENESI: Si origina in cavità di rocce basaltiche ed in alcune lave eruttive ("pillow" lava, lave sottomarine tipiche dei fondali delle catene oceaniche). GIACIMENTI: India (zona di Poona) vi sono i ritrovamenti più importanti, Okenite si trova però anche in USA, Cile, Groenlandia. piccoli cristalli si trovano nelle colate laviche dell'Etna, in Sicilia. CENNI STORICI: Fu scoperta da Kobell nel 1828 in un un campione prelevato a Ile Disko (Groenlandia); Kobell decise poi di dedicare tale minerale al naturalista tedesco Lorenz Ockenfuss, (1779-1851). ALTRE CARATTERISTICHE ED UTILIZZO: A volte l' Okenite, con le sue particolari accrezioni fibrose radiali, caratterizza intere cavità di rocce basaltiche che vengono dette geodi d'Okenite. COMMENTO: L'Okenite è molto caratteristico per la sua forma ma i piccoli aghetti che la compongono sono anche molto fragili. CAMPIONI IN ESPOSIZIONE AL MUSEO: STANZA: TECA: DESCRIZIONE CAMPIONE:
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- As2S3 -
CLASSE MINERALOGICA: Solfuro GRUPPO: Trimetrico SISTEMA: Monoclino GRUPPO SPAZIALE: P21/n GEMINAZIONE: Si ABITO: Cristalli tabulari tozzi o fibrosi e masse terrose. DUREZZA: 1,5 PESO SPECIFICO: 3,48 INDICE DI RIFRAZIONE: α=2,4 β=2,8 γ=3,1 COLORE: Giallo oro, giallo arancio LUCENTEZZA: Perlacea o resinosa. TRASPARENZA: Trasparente o traslucido in cristalli. opaco in ammassi. SFALDATURA: {010} perfetta in lamine STRISCIO: Giallo chiaro FRATTURA: Scagliosa PLEOCROISMO: GENESI: E' generalmente di natura idrotermale e pneumatolitica, di solito associato ad altri minerali di Arsenico. Si forma anche per alterazione di reargad, al quale è molto spesso associato. GIACIMENTI: Romania, Macedonia (campioni più belli), Norvegia, Sassonia, Boemia, Perù, Giappone, USA, Canada, Messico e Australia.In Italia si trova a Viozene presso Ormea,(Cuneo) e a Pornassio,(Imperia); inoltre a Lanzada, in Val Malenco e a Bretto di Sopra, vicino Tarvisio; infine come prodotto di alterazione del realgar si trova nelle fumarole della Solfatara di Pozzuoli. CENNI STORICI: Il nome deriva dal latino aurum=oro e pigmentum=pigmento.(Agricola, 1546). In antichità l'orpimento veniva importato in Europa da giacimenti collocati nel Kurdistan (al confine tra Turchia ed Iran) e veniva commercializzato con il nome di orpimento turco; sino in età post-medievale si continuarono ad usare orpimento e realgar come coloranti (poi ci fu un freno dovuto alla scoperta della loro tossicità). ALTRE CARATTERISTICHE ED UTILIZZO: Si rinviene quasi sempre associato a Realgar. E' un semiconduttore, si deteriora alla luce, ha un odore caratteristico (simile allo zolfo ma dovuto all'arsenico) ed è un minerale tossico. L'Orpimento, come il Realgar (preparati anche sinteticamente), si usa come depilante nella concia delle pelli e per la produzione di fuochi d'artificio; dal minerale si estrae Arsenico (As), utilizzato come insetticida, funghicida, nell'industria del legname, in odontoiatria e nella farmacopea COMMENTO: Si riconosce dal colore, dall'odore e dalla sfaldatura; l'orpimento tende a deteriorarsi in polvere e poiché questo processo è accentuato dall'esposizione alla luce, si consiglia di tenere i campioni delle collezioni in contenitori al buio e chiusi. CAMPIONI IN ESPOSIZIONE AL MUSEO: STANZA: TECA: DESCRIZIONE CAMPIONE:
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- SiO2.n(H2O) -
CLASSE MINERALOGICA: Silicato GRUPPO: Amorfo SISTEMA: GRUPPO SPAZIALE: GEMINAZIONE: ABITO: Si tratta di un minerale amorfo, non cristallino. DUREZZA: 5 - 6,5 PESO SPECIFICO: 2 - 2,5 INDICE DI RIFRAZIONE: 1 - 1,5 (dovuto all'iridscenza) COLORE: Incolore, bianco, rosso, arancio, giallo, verde, blu, nero LUCENTEZZA: Sub-vitreo TRASPARENZA: Iridescente SFALDATURA: STRISCIO: Bianco FRATTURA: Concoide o indistinta PLEOCROISMO: GENESI: La formazione dell'opale avviene mediante lento deposito geologico di un gel colloidale di silice a bassa temperatura. GIACIMENTI: Australia, Galles, Messico CENNI STORICI: La parola opale ha radice comune nel Sanscrito upala, nel Greco opallios ed nel latino opalus (con significato di pietra preziosa). ALTRE CARATTERISTICHE ED UTILIZZO: L'iridescenza il gioco di colori e di luce presentato dai campioni di Opale. E' dovuta ad effetti di interferenza ed alla diffrazione della luce causata a sua volta dalla regolare disposizione delle sferette di silice di 150-300 nm di dametro, disposte in una forma impaccata simile ad un reticolo cristallino, regolare e tridimensionale (struttura cubica o esegonale). L'opale viene lavorato per evidenziarne gli effetti di colore dovuti all'iridescenza. Viene tagliato a cabochon. esistono vari tipi di opale: Opale di Fuoco (varietà di colore rosso vivo od arancione viene così detta per il colore sgargiante); Opale Nobile (È la varietà più preziosa, che presenta un notevole effetto di iridescenza, esibendo colori che possono variare dal blu al rosso, al verde di diverse tonalità); Ialite (Si tratta di una varietà che si presenta come patine oppure anche incrostazioni trasparenti, con aspetto globulare, di spessore consistente. Presenta una intensa fluorescenza verde quando sono eccitati da ultravioletti). COMMENTO: Come si è visto in precedenza, pur non essendo un silicato cristallino (disposizione atomica reticolare assente), 'impacchettatura delle nano-sferette che compongono questo gel colloidale danno, in definitiva, un aspetto (ottico) assimilabile a quello di un vero e proprio cristallo a "scala nano metrica". CAMPIONI IN ESPOSIZIONE AL MUSEO: STANZA: TECA: DESCRIZIONE CAMPIONE:
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- K[AlSi3O8] -
CLASSE MINERALOGICA: Allumo-Silicato GRUPPO: Trimetrico SISTEMA: Monoclino GRUPPO SPAZIALE: C 2/m GEMINAZIONE: Presenta una geminazione tipo Kalsbad. ABITO: I cristalli sono in genere tabulari, tozzi oppure allungati. Possono essere anche anedrali. DUREZZA: 6 - 6,5 PESO SPECIFICO: 2,55 - 2,63 INDICE DI RIFRAZIONE: α=(1,518-1,529) β=(1,522-1,533) γ=(1,524-1,539) δ=(0,006-0,010) COLORE: Incolore o bianco, può presentare anche tinte rosa, gialle, rosse, verdi. LUCENTEZZA: Vitrea, saccroide. TRASPARENZA: Da trasparente a traslucido e opaco. SFALDATURA: {001} e {010} perfetta. STRISCIO: Bianco FRATTURA: Da concoide a irregolare PLEOCROISMO: Assente GENESI: Ha origine magmatica ed è un costituente fondamentale di graniti e rocce femiche. Nelle rocce ignee può formare cristalli di grandi dimensioni. In quelle eruttive i cristalli sono in genere piccoli, spesso difficilmente distinguibili ad occhio nudo. GIACIMENTI: CENNI STORICI: In principio era detto ortose, nome ancora oggi utilizzato che deriva dal greco orthos=dritto a causa della sfaldabilità lungo le direzioni del prisma; poichè nella zona di Karlsbad si rinvenivano molti ortoclasi geminati (con una particolare geminazione, dove i cristalli si sviluppano l'uno a lato dell'altro e si compenetrano), la geminazione prese il nome di tipo Karlsbad. ALTRE CARATTERISTICHE ED UTILIZZO: L'ortoclasio ha una struttura cristallina stabile al di sopra dei 400 °C circa. A temperatura e pressione ambiente diventa stabile una fase con struttura cristallina Triclina detta Microclino. Avviene dunque una trasformazione isomorfa che causa una distorzione del reticolo cristallino e produce una geminazione complessa mista (Albite - Periclino), chiamata geminazione Microclino. Questa trasformazione è lenta e spesso i cristalli sono termini intermedi "Ortoclasio-Monoclino". L'ortoclasio riveste una sua importanza nell'industria delle porcellane, inoltre alcuni cristalli gialli molto belli vengono tagliati per fini gemmmologici così come l'Adularia; i cristalli più belli e più grandi finiscono nelle più importanti collezioni mineralogiche COMMENTO: La varietà di Ortoclasio detta adularia, deve invece il suo nome al Monte Adula (Alpi svizzere) dove si rinviene nelle fessure delle rocce alpine. L'adularia, detta pietra della Luna, è una gemma molto apprezzata. Può dare il fenomeno ottico dell'adularescenza (lampi di colore azzurrastro che ricordano i bagliori della Luna e per questo è anche conosciuta come pietra della Luna). CAMPIONI IN ESPOSIZIONE AL MUSEO: STANZA: TECA: DESCRIZIONE CAMPIONE:
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