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La metallurgia del mercurio PDF Stampa E-mail

la metallurgia del mercurio

 

Il procedimento di estrazione del mercurio dal minerale è molto semplice dato che il cinabro (solfuro di mercurio) è facilmente decomponibile per riscaldamento, secondo la relazione:

Hg S + O = Hg + SO2

cinabro + ossigeno = mercurio + anidride solforosa

Si hanno poche notizie sui forni impiegati anticamente. Vannoccio Biringuccio nella sua "Pirotecnica" del 1540 e Agricola con il "De Re Metallica" del 1563 descrivono i sistemi allora impiegati, dei quali probabilmente, qualcuno venne adottato anche nell'Amiata.

Giorgio Santi nel suo "Viaggio al Monte Amiata" (1795) descrive il forno per "l'argento vivo" esistente a Selvena.

 

Dall'apertura della miniera del Siele (1846) alla fine dell'800, i forni impiegati nelle miniere furono:

 

FORNO A STORTE:

il minerale, arricchito in precedenza, veniva introdotto nel forno con la calce necessaria a fissare lo zolfo secondo la relazione:

4HgS + 4CaO = 4Hg + 3CaS + Ca SO4

cinabro + calce = mercurio + solfuro di calcio + solfato di calcio

 

Forno a funzionamento discontinuo, con notevoli perdite di mercurio nell'atmosfera, ma soprattutto nei "rosticci" (i residui della torrefazione del cinabro).

 

FORNO HAHNER o FORNO CONTINUO:DSC19.JPG

Vi si trattavano i minerali poveri aventi "pezzatura grossa".
Il minerale veniva caricato nel forno insieme al carbone.
Il mercurio si raccoglieva alla base delle camere di condensazione.

FORNO CERMAK - SPIREK: a funzionamento continuo e riscaldamento diretto. Collegato ad una serie di condensatori in terracotta. Trattava minerale di dimensioni ridotte (fino a 35mm). Riscaldato a legna e poi a gasolio. Capacità giornaliera (secondo le dimensioni del forno: da 12 a 40 Tonn/giorno).

 

FORNO A TORRE SPIREK: DSC00005.JPG

A funzionamento continuo.

Adatto a minerale di grossa pezzatura ( da 35 a 120 mm).
Riscaldamento a legna poi a gasolio.

Capacità di trattamento: 10 tonnellate al giorno.
Rimase i funzione per circa 60 anni, cioè fino agli anni '50, '60.

 

foto2.JPG

Questi due forni rimasero in funzione per circa 60 anni, cioè fino agli anni '50 e '60 quando vennero sostituiti dai:

 

 

 

 

 

DSC18.JPGFORNO ROTANTE GOULD:

Capace di elevate produzioni. 200 tonnellate al giorno di minerale trattato.
Impiegato nella miniera di Abbadia San Salvatore.

 

 

DSC0001857.JPG

FORNO A PIANI HERRESHOFF o PACIFIC:

Capacità di trattamento secondo le dimensioni del forno: da 50 a 100 tonnellate giornaliere.
Im
piegato nelle miniere di Abbadia San Salvatore, Bagnore, Morone e Siele.

 

 

TRATTAMENTO DEI NERI E IMBOMBOLAMENTO:

Il mercurio e le impurità raccolti nelle vasche alla base dei condensatori dei forni (neri o stupp) venivano trattati negli estrattori dove si mescolavano con la calce.DSC22.JPG

 

 

 

 

 

 

 

La calce, in questo processo, ha lo scopo di liberare le goccioline di mercurio dal velo di materiale carbonioso e bituminoso che le riveste e farle coagulare in gocce sempre più grosse che defluiscono verso il canale raccoglitore. Il mercurio liquido cosi' raccolto, veniva immesso nelle bombole ( da 34,5 Kg) per la spedizione.

foto.JPG