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Roccalbegna PDF Print E-mail

L'antico borgo che poggia ai piedi del Monte Labro prende il nome dalla rocce che la circondano e dal fiume Albegna che vi scorre. eric_perroneLa fondazione del paese risale al 812 da parte della famiglia Aldobrandeschi. Nei secoli seguenti verrà contesa dall'Abbazia di San Salvatore, dalla Repubblica Senese che vi costruirono un perimetro di fortificazioni e muri maestri, vedendo nella cittadina un posto strategico per le loro mire future. Passato nel 1555 sotto il Granducato di Toscana venne concessa nel 1565 agli Sforza di Santa Fiora. Con l'abolizione di tutti i feudi, nel 1751 Roccalbegna tornò a costituire comunità giurisdicente fino al 1838, quando fu affidata al vicario regio, di Arcidosso. L'azienda più rappresentativa oggigiorno e il caseificio che offre un prodotto artigianale unico, punto di riferimento per le produzioni DOP artigianali.

 


DA VEDERE:

Il Cassero venne costruito nel XII° secolo dagli Aldobrandeschi, con la dominazione senese iniziò un periodo di abbandono, fino al 1446 quando i Castellano Domenico D'Andrea e Gherardo di Mariano decisero di restaurarlo a scopi abitativi.

La Rocca: dai suoi 60 metri di altezza, si erge sopra il borgo medievale. Era il fortilizio minore, usato essenzialmente come punto di vedetta e ultimo rifugio in caso di resa del borgo.

Il castello di Triana: situato ad est di Roccalbegna, sorse come insediamento per famiglie di contadini nel primo medioevo, viene attestato nel 1216 nella divisione dei beni della famiglia Aldobrandeschi, che l'assegnano al ramo Santafiorese. Nel 1338 fu acquistata dai Piccolomini che vi costruirono un giardino pensile che richiama il giardino urbano fatto costruire da Pio II Piccolomini a Pienza. Nel 1962 gli eredi dei Piccolomini lo hanno donato alla Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena.

Il Museo Etnografico Santa Caterina: la raccolta etnografica è ospitata dal 1987, nei locali di una ex fucina di fabbro ferraio; l'esposizione è legata al lavoro, alle tradizioni e alle ritualità legate al fuoco e all'albero, descrivendo nei minimi particolari il rito della Focarazza.

La Riserva naturale di Rocconi si estende nell'Alta valle dell'Albegna e interessa i Comuni di Semproniano e Roccalbegna. Notevole è la ricchezza faunistica; si va dai rapaci diurni come il biancone e il lanario, in diminuzione in Europa, agli esemplari della tartaruga di Hermann e di alcuni rettili come il cervone, il biacco, la biscia d'acqua, la vipera comune e il colubro di Riccioli. , tra i mammiferi si segnalano il gatto selvatico, la martora, il tasso il lupo e la lontra. Vi sono presenti moltissime specie ornitologiche tutelate dalla Convenzione di Berna: l'albanella minore, l'assiolo, l'averla capirossa, il falco pecchiaolo, il gufo comune, il martin pescatore, il picchio verde e il merlo acquaiolo.

La Riserva naturale di Piscinello: si trova sopra il paese di Roccalbegna. Il suo nome deriva dalle numerose sorgenti e dai piccoli stagni che contribuiscono alla biodiversità del luogo. Il patrimonio è soprattutto faunistico, infatti oltre ai tritoni crestato e italico vi sono presenti due rare specie fluviali, l'ululone dal ventre giallo, che deve il nome al particolare verso emesso nel periodo riproduttivo e il gambero di fiume, simbolo della purezza delle acque.

 

LINK:

www.comune.roccalbegna.gr.it

www.parcoamiata.it

www.sistemamusealeamiata.it

www.provincia.grosseto.it

www.cm-amiata.grosseto.it

www.vallerona.net