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Virtual Tour


Galleria PDF Stampa E-mail

Un’idea ancor più realistica del lavoro in miniera, ci viene da uno spaccato di galleria nel sottosuolo realizzato dai minatori, con il quale si ricostruisce in maniera veritiera e con dovizia di particolari l’ambiente di lavoro.

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Quinta Stanza PDF Stampa E-mail

stanza5Il percorso museale termina affrontando i temi legati alla chiusura delle miniere e alle lotte sociali portate avanti con dura determinazione dai minatori per ottenere in primis migliori condizioni lavorative, ma soprattutto per far avanzare una visione alternativa di sviluppo basato sulla valorizzazione delle risorseabbiamo_vinto umane, ambientali e culturali.. La miniera significava sacrifici e pericoli comuni per tutti i minatori, ma anche “un piccolo privilegio in un mondo di poveri”, garantendo una seppur misera busta paga mensile e consentendo in misura modesta progetti di vita e di futuro. La crisi del settore mercurio iniziata nel 1973 portò alla graduale chiusura degli impianti tra il 1982 e il 1984, con la messa in cassa integrazione dei minatori stessi, in attesa del pensionamento o della riqualificazione per essere inseriti in nuove attivi in primis migliori condizioni lavorative, ma soprattutto per far avanzare una visione alternativa di sviluppo basato sulla valorizzazione delle risorse umane, ambientali e produttive.

 
Quarta Stanza PDF Stampa E-mail

stanza4aSalendo al piano soppalco, si possono vedere gli usi e gli impieghi del mercurio nel tempo, ma soprattutto vengono illustrate le gravi conseguenze che l’estrazionestanza4c e la lavorazione del cinabro hanno avuto per la salute e la vita dei minatori.
Frane, esplosioni di mine, gas (la cosiddetta “aria morta”), distacchi di rocce: queste e tante altre sono state le cause dei numerosi infortuni sul lavoro, spesso mortali, accaduti nelle miniere amiatine. Da non dimenticare poi le malattie professionali come la silicosi e l’idrarginismo (o mercurialismo) che hanno prodotto la morte di numerosi ex minatori.

 
Terza Stanza PDF Stampa E-mail

stanza3aLa Miniera è stata considerata il “pane amaro” che per lungo tempo ha sfamato una terra dura, difficile e povera quale quella del Monte Amiata. Qui sono espostistanza3b utensili e strumenti che aiutano il visitatore a comprendere in maniera chiara la tipologia di organizzazione del lavoro e le attività svolte nel sottosuolo. Attività che troppo spesso vedevano protagonisti donne e bambini di età inferiore ai quindici anni. Il loro compito era prevalentemente quello di cernere e arricchire il minerale, prima di inviarlo ai forni (operazione che era effettuata nelle “laverie”): a seconda delle mansioni svolte il compenso giornaliero (12 ore lavorative) era per questi ultimi di sole 0,60 Lire.

 
Seconda Stanza PDF Stampa E-mail

stanza2aUno spaccato delle antiche tecniche di ricerca e coltivazione nei vari periodi storici, è quello che si può ricavare dalla visita della seconda stanza del museo. Da una accurata comparazione dei vari periodi storici, si osserva il netto miglioramento verificatosi con l’impiego di attrezzi di ferro e soprattutto dall’utilizzazione sempre più frequente della polvere da sparo.

 
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